Digital marketing trends 2023

Quali sono le tendenze più significative per il 2023 in ambito digital marketing? Quali sono le strategie che dobbiamo osservare per essere efficaci? In questo articolo esploriamo i trend di digital marketing più interessanti per il 2023.

1. Inclusività, diversità, equità

Negli ultimi anni sia il linguaggio che le immagini, soprattutto per ciò che riguarda le minoranze e le donne, sono sotto l’occhio attento del pubblico che non perdona. Non essere inclusivi oggi non è una buona scelta e pensare che le persone non se ne rendano conto è una pia illusione.
Nel digital marketing questo è molto importante perché nei piani editoriali online, lo scrutinio del pubblico è forte e immediato: basta una parola fuori posto per attirare le ire delle persone e poco di più per finire su tutti i giornali. Per questo motivo, è necessario preparare piani editoriali in cui sia il linguaggio che le immagini sono in linea con quello che la società oggi richiede. Uno scivolone può rendere inefficace una campagna e macchiare la reputazione di un brand per anni. Ancora si parla dell’infelice battuta sulle famiglie gay di Barilla, e sono passati anni: rivediamo i media plan e diamo le competenze adeguate al marketing team perché possa usare un linguaggio adeguato. La formazione infatti è importante, tanto quanto la consapevolezza: a volte notiamo che le persone potrebbero anche essere consapevoli del problema, ma non hanno i mezzi linguistici o tecnici per creare contenuti inclusivi.

2. Contenuti a basso budget

Coinbase ha generato 79.000 ricerche durante una pubblicità al SuperBowl semplicemente mettendo un QR Code sullo schermo: nient’altro. Molti brand stanno seguendo questo trend: pubblicare tanto, ma a basso budget, sia in risposta all’alto numero di contenuti apparsi anche a causa del Covid, sia per l’aumento della popolarità di TikTok con i suoi video istantanei. Spesso si pensa che contenuti che sembrano improvvisati, come un video fatto da uno smartphone, non siano contenuti degni di un’azienda, ma le persone lo apprezzano. Inoltre, lo diciamo ormai da anni, “la quantità batte quasi sempre la qualità” nel mondo online: un mondo fatto di tantissimi competitor che stanno cercando l’attenzione sempre più sfuggente delle persone. Questo non significa che i contenuti debbano essere di cattiva qualità; significa che le persone spesso non apprezzano dettagli su cui l’agenzia di marketing ha speso tempo e budget. Inoltre, contenuti improvvisati possono essere ottimi anche per il settore B2B. Alcuni esempi?

  • Video e articoli con il dietro le quinte del lavoro delle persone;
  • Invito all’interno dell’azienda per mostrare alcuni processi differenzianti, con interviste “al volo”;
  • Video in diretta, video su TikTok, post su Instagram di una fiera a cui ha partecipato l’azienda, con un piano editoriale ben preciso che sia interessante per le persone;
  • Unboxing fatto da collaboratori o collaboratrici con lo smartphone, in cui rivelano un nuovo prodotto, fatto in un contesto informale;
  • Un pranzo, una cena, un momento informale in cui si celebra qualcosa;
  • Una riunione in cui portiamo le persone a vedere, ad esempio, il processo decisionale dell’azienda riguardo ad alcune scelte, che mostrano la personalità dell’azienda. Possiamo anche fare interagire le persone, chiedendo cosa avrebbero scelto loro con le informazioni a disposizione.

Insomma, prepara un piano editoriale ambizioso più per il numero di contenuti posizionati online che per la qualità degli stessi, che spesso si traduce in contenuti “molto aziendali”, molto costosi, che hanno meno risultati di un video su TikTok girato con uno smartphone.

3. Influencer marketing

Il mercato degli influencer ha raggiunto 16,4 miliardi di dollari nel 2022 (fonte: Statista.com). I brand devono capire come potere lavorare con gli influencer e come stare al passo con i trend. Oggi è possibile anche lavorare con content creator, che non sono necessariamente influencer – non hanno un grande pubblico – ma hanno competenze specifiche per creare contenuti interessanti per il loro pubblico. Il mercato degli influencer, che oggi comprende anche gli influencer virtuali, sta continuando a crescere e occorre essere al passo per inserire gli influencer nel proprio piano editoriale.

4. Analisi della buyer persona

Si parla sempre più spesso della generazione Z, la prima generazione ad essere nata e cresciuta con Internet. Questo punto si concentra su di loro, ma vale anche per le altre generazioni: ogni generazione ha i suoi modi di comunicare e le piattaforme stanno evolvendo. Dobbiamo comprendere come entrare nel mondo della generazione Z e quella di altre generazioni e non cercare di convincere ad esempio i giovani a seguire contenuti che piacciono a noi e che ci fanno sentire nella nostra zona di comfort, ma che non sono interessanti per loro.
Un’analisi delle buyer persona ci aiuta a fare questo: ad ascoltare con cura per creare contenuti che possano interessare veramente il nostro pubblico.

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5. Etica e brand purpose

Questo punto è correlato al primo: le persone cercano sempre di più brand trasparenti ed etici. Per questo è importante definire lo scopo aziendale e quindi creare attività che siano in linea con il purpose aziendale. Questo permette al reparto marketing di creare contenuti trasparenti e autentici sull’impegno dell’azienda, che deve essere rilevante rispetto al suo settore e alle sue peculiarità.

Non occorre essere per forza una B Corp: bisogna però studiare con cura valori e personalità aziendale per creare uno scopo che motivi i collaboratori e le collaboratrici e ispiri il pubblico. Il purpose aziendale ha infatti un doppio vantaggio: è utile per fare emergere il lato umano del brand, ma è anche utile per motivare le persone all’interno dell’azienda, perché sentono un “perché” forte dietro il loro lavoro.

6. Un futuro senza cookie

Google si sta preparando, nel 2023, ad eliminare cookie di terze parti: dato che Chrome ha una quota di mercato del 65% (Fonte: Statcounter GlobalStats) l’impatto per il marketing delle aziende sarà molto importante: occorre prepararsi. Da una parte, sarà necessario concentrarsi molto di più su attività di branding, perché siano le persone a cercare l’azienda. Il targeting del pubblico tramite campagne ads e di retargeting sta per finire: le aziende devono forse tornare indietro, con altri metodi, in cui il pubblico è il protagonista delle ricerche di un prodotto o servizio e l’azienda costruisce un brand forte. Certo, ci sono alcune piattaforme dove i brand dovrebbero investire di più, perché legate alle ricerche: sicuramente il blog aziendale, che può essere strategico perché posiziona l’azienda per molte keyword di ricerca, e poi YouTube, che si posiziona molto bene su Google. Anche i podcast continuano la loro crescita e, sebbene più di nicchia, sono comunque molto efficaci nel product placement.
È importante quindi preparare, nella prima parte dell’anno, una strategia di brand building molto più intensa rispetto al passato, concentrandosi su attività di inbound marketing e seguire costantemente gli aggiornamenti di mercato, per osservare quali contenuti e quali metodologie funzioneranno meglio.

7. Video

I video continuano la loro scalata come contenuto preferito per le persone. Questo sta accadendo anche su un social network notoriamente allergico ai video: LinkedIn.
I video sono ancora, per certi versi e soprattutto per alcuni settori, soprattutto nel B2B, un “oceano blu”, perché moltissime aziende ancora non sanno come utilizzarli. I video prodotti professionalmente possono essere molto costosi e quindi le aziende non ne possono produrre molti, il che però rende questi video spesso invisibili nel customer journey del cliente.
Bisogna trovare una via di mezzo che, come spiegato in un punto precedente, è apprezzato dal pubblico: diminuiamo la qualità dove non serve, per aumentare la quantità, che invece è necessaria per il posizionamento del brand online in diversi touchpoint del customer journey.

8. Social media fatigue e comunità

Le persone si stanno stancando dei social media. Inoltre, le generazioni più giovani, soprattutto la generazione Z, si preoccupa del tempo passato sui social media e della propria salute mentale più di altre generazioni. In generale, in ogni caso, c’è molta più consapevolezza in materia e molte più persone che monitorano il tempo passato online.
L’attenzione inoltre, sui social media, è sempre più difficile da attrarre: per questo i brand devono lavorare su diverse attività:

  • La creazione di comunità dove le persone possono sentirsi di nuovo parte di qualcosa che sentono come loro.
  • Contenuti interattivi, per stimolare UGC (User-Generated Content) e un dialogo più attivo con il pubblico;
  • Stimolare la relazione con il pubblico (e anche tra membri dello stesso pubblico): contest, eventi online anche offline, domande, discussioni possono essere contenuti che creano degli spazi di condivisione interessanti per le persone. In questo modo i brand possono creare luoghi in cui il pubblico si sente di nuovo protagonista e non solo passivo utilizzatore del contenuto di altri.

9. Podcasting

Abbiamo parlato di video e di articoli, ma non possiamo ignorare un contenuto di nicchia che, tuttavia, continua a crescere nell’interesse delle persone e delle aziende. Stiamo parlando del podcast, che con la sua specificità permette di entrare con una connessione più intima nel cuore delle persone. Il podcast è anche un ottimo metodo per vendere: il 60% delle persone che sente di un prodotto su un podcast, lo va a cercare (fonte: Adobe).

Il podcast è un’altra grande occasione per trovare un “oceano blu” nel posizionamento di marketing: tutti sono online ma, come i video, i podcast richiedono impegno, pianificazione e strumentazione e molti brand o non sono disposti a investire, oppure trattano il podcast come un vezzo artistico, invece che come generatore di vendite. Un altro problema che alza la barriera d’ingresso e che può essere un vantaggio per chi entra nel mondo del podcasting è che ormai le persone si sono abituate a podcast di alta qualità e quindi la preparazione di un format di alta qualità è essenziale.

I nostri corsi

Questi sono i principali trend che abbiamo identificato per il digital marketing nel 2023.

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