Storytelling trends per il 2023

Nel 2023 lo storytelling continuerà ad essere una modalità di comunicazione e narrazione importante per i brand. Anzi, lo diventerà sempre di più, per diversi motivi:

1. L’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale, come abbiamo visto recentemente con ChatGPT, sarà sempre più diffusa. Prevediamo che, come spesso accade, ci sarà un appiattimento dei contenuti da parte di chi userà queste tecnologie, come già succede adesso, senza intelligenza artificiale. Insomma, brand con poca personalità creano contenuti imitando gli altri (pensiamo alla recente tendenza di essere “simpatici” a tutti i costi, anche se il tono di voce del brand è ben altro). L’intelligenza artificiale dovrebbe essere solo un supporto per creare contenuti originali, visto come un motore che potenzia i contenuti, rendendo ad esempio più efficiente la ricerca; invece, crediamo che interi articoli verranno creati con l’intelligenza artificiale e postati online. Tanti brand faranno la stessa cosa, creando un’opportunità per chi ha una comunicazione autentica e personale e una strategia di marketing online che include lo storytelling come modalità di posizionamento del brand nella mente delle persone.

2. La stretta sulla privacy

La stretta sulla privacy da parte di Google nel 2023 costringerà i brand a lavorare molto di più sull’inbound marketing e, quindi, su attività di branding che differenziano e attirano un pubblico. Lo storytelling è uno strumento molto potente in questo senso, perché permette di raccontare storie emozionanti che legano la community e la fanno sentire vicina al brand. Nel 2023, quindi, sarà ancora più importante investire in formazione sullo storytelling e in contenuti di qualità.

3. TikTok e la riscossa dello UGC

TikTok ha dimostrato che il cambio di passo di Facebook, che mostra sempre di più contenuti “professionali” e meno personali, potrebbe non essere apprezzato da tutti. La piattaforma spopola con i contenuti generati da utenti, spesso in modo improvvisato, che però tengono incollati milioni di persone agli schermi. L’influencer marketing continuerà ad essere un motore importante per i brand, per avvicinarsi al loro pubblico con contenuti più autentici, ma quello che non deve mancare è un impianto narrativo di fondo che colleghi i contenuti degli/delle influencer con lo storytelling aziendale.

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Per questi motivi, pianificare per il 2023 una strategia di marketing che includa anche un posizionamento del brand attraverso lo storytelling, con una narrazione che abbracci tutti i canali e che sia quindi allineata e coerente in ogni touchpoint. Secondo noi di Content University è una scelta da considerare con cura.

Ecco alcuni consigli:

1. Conosci a fondo il tuo pubblico, il che significa che devi conoscere le loro storie per poterle raccontare.

Spesso la buyer persona viene mappata soprattutto per quello che riguarda la sua attenzione, per produrre contenuti che facciano subito presa sulla sua attenzione. Certo, questo porta a risultati in termini di engagement, ma potrebbe essere un approccio molto superficiale, che tra l’altro richiede un continuo investimento in pubblicità e content marketing. Chiediamoci quali sono le storie fondamentali che stanno vivendo le persone che fanno parte della nostra community: quali difficoltà stanno vivendo? Quali sfide? Quali obiettivi hanno nella loro vita e come il brand potrebbe aiutarle a raggiungerli? Cosa le emoziona di più? In questo modo possiamo creare una narrazione profonda, strategica, che non si basa solo sull’engagement, ma che guarda oltre e costruisce un dialogo più profondo con gli utenti.

2. I racconti in video e il repurposing

I video sono il contenuto più visto online e devono fare sempre più parte di una narrazione del brand. Il video, al contrario della scrittura, permette di aggiungere diversi elementi alla storia: una sceneggiatura, della musica, espressioni del viso che possono emozionare e raccontare una storia a diversi livelli. Usare i video è un problema per molti brand perché sono costosi: per questo è importante lavorare a monte e costruire processi che riducono il tempo di lavorazione e creazione dei video. Inoltre, un video ha comunque uno script, che può essere poi trasformato in articoli, post, caroselli, stories: possiamo quindi rendere ancora più efficiente la produzione di video.
Guarda come usare i video per il content marketing.

3. Contenuti dai collaboratori e dalle collaboratrici

Abbiamo parlato di UGC, contenuti generati dal pubblico, ma il pubblico non è solo quello esterno alle aziende. La storytelling aziendale passa prima di tutto, dalle persone che lavorano all’interno dell’azienda. Costruire una narrazione comune, che tra l’altro ispira le persone che danno un nuovo significato al lavoro che svolgono ogni giorno, permette alle aziende di raccontarsi in maniera autentica ed emozionante. Storie di collaboratori e collaboratrici che raccontano la loro vita quotidiana, i successi con i clienti e le clienti, le sfide che hanno dovuto superare sono solo alcuni dei tantissimi esempi di contenuti generati direttamente da chi lavora in azienda, che potrebbero così aumentare molto l’attenzione verso il brand e, lo ripetiamo, anche la motivazione delle persone al suo interno, se si sentono parte di una bella storia. Sono due i tipi di contenuti che possiamo usare:

  1. Contenuti generati dall’azienda con collaboratori e collaboratrici come protagonistə. I contenuti devono essere autentici e non patinati esempi di pubblicità nascosta. devono narrare e non promuovere l’azienda. Possono anche essere imperfetti dal punto di vista tecnico, anzi: potrebbe essere il formato che rende più autentico il contenuto. Celebriamo le persone, i loro sforzi e le storie che possono generare per i clienti e le clienti dell’azienda grazie alle loro competenze. Mostriamole sul campo, raccontiamo i processi che permettono all’azienda di raggiungere i risultati che desidera per i/le proprie clienti.
  2. Contenuti generati dai collaboratori e dalle collaboratrici. In questo caso, dobbiamo avere una buona preparazione alla fonte: prima di tutto, un manuale, una guida, con anche indicazioni sulla brand identity e il tono di voce, per spiegare alle persone alcune regole da utilizzare con i contenuti che generano. Ovviamente, non dobbiamo chiedere di rendere artificiali i contenuti o burocratizzare la generazione degli stessi, altrimenti non lo farà nessuno: diamo semplici regole perché tutti i contenuti siano in linea con lo storytelling e la brand identity aziendale. Offriamo esempi di come le persone possono creare contenuti che raccontano la loro storia e quindi anche la storia del brand, così anche le altre persone in azienda possono trarre ispirazione dagli “early adopter”. Diamo formazione su come, ad esempio creare stories su Instagram o video su TikTok, perché molte persone potrebbero non conoscere le regole e non essere abituate a farlo. E poi comunichiamo l’importante dell’employee-generated content, perché sempre più persone raccontino storie emozionanti. Questo storytelling è un tesoro per molti brand che è ancora poco utilizzato.

Ecco alcuni trend da esplorare per lo storytelling aziendale. Se vuoi portare lo storytelling nella tua azienda a un livello superiore o se vuoi costruire una narrazione potete ed emozionante, chiamaci oppure allenati con noi con le Masterclass di Copywriting.

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