Rebranding: cos’è e come farlo bene, con esempi

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Cos’è il rebranding

rebranding

Il rebranding molte aziende lo considerano come lo “svecchiare l’immagine”. Quindi si concentrano sul logo, magari una nuova palette colori e qualche tocco di brand identity che non guasta mai.
Un vero peccato, perché un progetto di rebranding ti permette di pensare in modo approfondito al tuo brand e alla sua personalità. Potremmo dire, senza avere paura di esagerare, al suo spirito, alla sua essenza.
Certo, il logo, i colori, la brand identity sono importanti, ma sono solo l’ultimo prodotto di un’analisi e una ricerca molto più approfondite.

Definizione di rebranding

Per noi, quindi, se vogliamo dare una definizione di rebranding, possiamo dire che è un viaggio alla scoperta dello spirito del brand.

Se vuoi una definizione di rebranding più “accademica”, possiamo dire che il rebranding è un processo atto a trasformare la brand identity dell’azienda.

In questa definizione accademica, emerge appunto l’aspetto più pratico del rebranding, che può contenere:

e tutto quello che ha caratterizzato la presenza del brand fino a quel momento.
Lo studio di un rebranding non deve partire però solo dalla constatazione che “il logo è vecchio” o che “le grafiche vanno aggiornate”.
Prima di tutto, un cambio di personalità e di direzione del brand dovrebbe richiedere anche un rebranding, anche se la brand identity è aggiornata e moderna.
La decisione se procedere o meno con un’operazione di questo tipo è strategica: pensiamo che, una volta completato il processo, il brand parlerà in modo diverso, si muoverà in modo diverso, incontrerà le persone e interagirà con loro in modo diverso.

Dobbiamo quindi chiederci, prima di tutto, dove vogliamo andare, cioè cosa vogliamo che diventi il brand.
In queso articolo vogliamo disegnare un processo da seguire per completare un processo di rebranding con solide fondamenta.

Come fare rebranding

Prima di affrettarci a parlare con il grafico o la grafica, prima ancora di pensare al “come” dobbiamo chiederci: perché fare rebranding?
La motivazione è essenziale per non rischiare di andare in una direzione non corretta di cui ci pentiremo qualche mese dopo, oppure di creare un’immagine poco gestibile. Sì, perché poi la brand identity è da gestire: è viva, quando interagisce con il pubblico online, quando le persone visitano le landing page di prodotto o i negozi, quando l’azienda comunica con il suo tono di voce.
Tutto deve essere allineato allo spirito del brand. Allora, chiediamoci; perché lo stiamo facendo?

Che ci siamo stancati dei colori vecchi e bisogna rifare il luogo possano essere due motivazioni per interessarsi al processo va benissimo, ma poi bisogna andare molto più a fondo.

Per partire, chiediti: cosa non mi piace del mio brand, oggi? Trattalo come una persona, non pensare solo ai colori o alla forma del logo.
Che persona è diventata? Cosa non ti piace più di questa persona? È vestita male? È apatica? È troppo aggressiva?
Una volta che hai elencato le caratteristiche del brand che non ti piacciono, chiediti perché non ti piacciono, ragionando sul futuro del brand:

  • dove vuoi che vada il tuo brand?
  • dove vuoi che vada il tuo brand?
  • quali azioni vuoi che faccia?
  • quali comportamenti vuoi che abbandoni e quali invece vuoi che crei?
  • a quale pubblico vuole parlare?
  • Che personalità vuoi che abbia il tuo brand?
  • Qual è il suo scopo?
  • Che tono di voce ha, il tuo brand?

La personalità del brand deve essere rotonda, per potere poi riuscire a unire, ai tratti della personalità, un insieme di caratteristiche uniche.
Per “personalità rotonda” intendiamo una personalità con tante sfaccettature, come quella umana. Spesso si commette l’errore, quando si sviluppa ad esempio il tono di voce, di definire una sola caratteristica della personalità del brand e quindi anche del tuo tone of voce. Ad esempio: professionale. Ma nessuna persona è sempre e solo professionale.
Allora ti consigliamo una formula per iniziare:

Dal corso sul tono di voce di Content University

Questo ti permette di studiare a fondo la complessità della personalità del brand e quindi di dargli maggiore umanità.
Una volta fatto questo, puoi anche sviluppare il tono di voce, che è l’espressione della personalità del brand.
Per farlo, ti consigliamo di scaricare prima di tutto il nostro modello gratuito con esempi sul tono di voce e alcune domande fondamentali da farti.

Modello sul tono di voce – Contenuto nel libro “Come parlano i brand

SCARICA IL MODELLO

Per prima cosa, dobbiamo tradurre i tratti della personalità del brand – che nel tono di voce aziendale sono definiti sfumature – in parole. In questo modo, cominciamo a vedere come si trasforma il linguaggio del brand e il suo rapporto con le persone.

Le parole, soprattutto online, collaborano però con le immagini. La personalità di una persona si trasforma, anche, in immagini e colori.
Prova a guardarti allo specchio: come sono i tuoi vestiti? Quasi tutti neri o scuri? Molto colorati? Eleganti? Molto informali?
Come ti vesti rispecchia – o dovrebbe rispecchiare – come sei tu. Le immagini invocano anche delle idee ben precise, attraverso il colore, la forma, la luce in una fotografia.

Tutto concorre per creare un impatto, quello che vogliamo creare quando le persone ci vedono per la prima volta e anche quando ci conoscono meglio.

Logo Rebranding

Il logo è uno di quegli elementi che spesso si scelgono senza pensare troppo, oppure concentrandosi solo sull’apprezzamento grafico. Insomma, rischia di ridursi in un “mi piace” o “non mi piace”, quando invece può essere molto di più. Osserva ad esempio il logotipo di Content University, le tre lettere CUY: lo studio che abbiamo fatto voleva che queste lettere sembrassero, nella loro combinazione e nel segno grafico, lettere di un’università.

A questo punto dobbiamo fare un inciso: una multinazionale che ridisegna un logo si addentrerà in un’analisi approfondita dello studio dei colori, delle forme, di quanto sarà moderno o meno il nuovo logo e di come sarà percepito. Sarà studiata la psicologia della forma e della combinazione di colori e si faranno dei test: un logo di questo tipo non lascia nulla al caso e costa molto, sebbene chi non conosce il lavoro che c’è dietro dica “ma questo lo sapevo fare anche io”.

Se non rappresenti una multinazionale ma una PMI o una micro-impresa o addirittura un/a libera professionista, questo studio non è necessario: sono dettagli che chi ha il budget può studiare, ma che nel piccolo di solito non fanno la differenza. Quindi, certamente dovrai studiare una buona combinazione colore che trasferisca lo stile e la personalità del tuo brand, ma non dovrai preoccuparti se quella sfumatura di magenta potrebbe ricordare alle persone il loro pennarello preferito in seconda elementare e quindi non essere adatto se vendi turbine.

Fatto questo inciso, durante la ricerca del logo ti consigliamo di farti le seguenti domande:

  • che cosa voglio esprimere?
  • cosa deve dire, immediatamente, del mio brand, questo logo?
  • cosa deve lasciare, alla persona?
  • come trasferisco la personalità del brand nel logo, in dettaglio (che tipo di forme, colori, combinazioni…)?
  • cosa non voglio assolutamente trasferire e quindi cosa voglio evitare (questa è un gran bell’aiuto per il grafico o la grafica)?

Prendi in considerazione, oltre a questi elementi importanti, anche una caratteristica più pratica del logo, dettata dalla modernità: come lo puoi vedere quando è piccolo. Sì perché il logo diventa piccolissimo quando lo inserisci come immagine nel profilo della tua azienda sui social media, ad esempio (e ricordati che la maggior parte delle persone guarda da smartphone).
Se hai una parola abbastanza lunga, questa potrebbe diventare illeggibile e anche graficamente poco di impatto.
Ferrari, ad esempio, ha il simbolo del cavallino con la scritta e, sui profili social, usa solo il cavallino (ovviamente, per la casa automobilistica è molto facile la scelta perché è difficile non riconoscere il cavallino). In Content University abbiamo isolato la “C”, anche se anche “CUY” può andare bene, perché abbastanza breve.
Anche in questo caso, dovrai fare delle prove, per avere un logo che sia flessibile nei suoi utilizzi.

Come scegliere la palette colori per il tuo brand

La palette colori richiede lo stesso studio del logo: l’insieme dei colori dà un messaggio che ti permette di comunicare l’essenza del tuo brand. Ogni colore ha il suo significato che viene percepito, a volte inconsciamente, dalle persone: il nero, ad esempio, è simbolo di mistero e di lusso, mentre il viola è il colore della tecnologia e il blu del business. Non farti intrappolare, tuttavia, da queste definizioni: studiale e pensa quale sarà il tuo colore dominante, ma poi avrai probabilmente bisogno di colori “di supporto” creando una palette colori completa.
Le domande per trovare la palette colori sono uguali a quelle del logo e fanno riferimento alla personalità del brand e a cosa vuole comunicare.
Per trovare la palette colori, ti consigliamo diversi siti dove puoi sperimentare (prima di affidarti a un grafico o una grafica professionista, niente fai date!).

Il primo sito che ti consigliamo è Adobe Color, una ruota dei colori che puoi utilizzare per studiare la tua palette colori, con una guida da parte della ruota che ti “impedisce” di creare combinazioni funeste.

Un altro sito che ti consigliamo è il Canva Palette Generator, che ti permette anche di caricare delle immagini per “estrarre” la palette colori.

Canva Palette Generator

Per trovare veramente la palette colori di riferimento, ti consigliamo di provarla su di te e sul tuo brand, creando momenti di “comunicazione” che userai poi nella vita reale. Prima di tutto, prova a creare, magari semplicemente su Canva, una Home Page del tuo sito con la palette colori che vorresti inserire: funziona?

Poi, se girerai dei video, crea un background con i colori del tuo brand: c’è tutto? Cosa manca? Quale colore deve essere dominante?
Ancora, pensa ai post che pubblicherai online e prova a simularne tre o quattro, per vedere il bilanciamento dei colori e se la palette ti soddisfa.
Chiedi ad altre persone di dirti, onestamente, cosa trasferisce loro questa palette, quale posizionamento: se ad esempio vuoi dare un senso di “gioviale eleganza” ma le persone guardando la tua palette ti dicono che sembra un brand “per bambini”, forse devi modificare la palette (o fare molte più interviste!).

Come creare la brand identity per il tuo brand

Se vuoi approfondire il tema della brand identity, vai alla nostra guida completa.

La brand identity è l’insieme di tutto quello che abbiamo visto, più il tono di voce, lo stile del brand e la sua espressione nel mondo.
Una volta che hai composto il puzzle, con anche il tone of voice, comincia a sperimentare con l’espressione del brand nel mondo: simulando pubblicità, post online (anche scritti, oltre che con le immagini) o una email per la tua newsletter.
Devi sentire che la personalità del brand è pienamente rappresentata dalla brand identity che hai costruito.

Come comunicare il rebranding dell’azienda

Hai completato il tuo viaggio di rebranding aziendale: complimenti! E adesso, come lo comunichiamo? Facciamo finta di niente e in un uggioso martedì sera, alle 23.50, quando quasi tutti sono ignari avvolti nelle loro coperte, lanciamo la nostra nuova brand identity, oppure convochiamo gli uffici stampa di tutto il mondo per dare la notizia?
Ovviamente, se non hai un budget stellare, la verità (o, meglio, la strategia) sta nel mezzo.
Se sei un brand poco conosciuto, un “annuncio” in stile multinazionale ha poco senso – perché ha poco rilievo. Quando Fiat cambia il logo, ne parlano tutti, raccontano la storia dei loghi Fiat, il significato del nuovo logo e molto altro, ma possiamo facilmente immaginare perché.

Usiamo la testa, oltre che il logo; come possiamo comunicare bene, strategicamente, il lancio del nuovo rebranding?
Dipende dallo stile del tuo brand, però possiamo trasformare questa operazione in un’occasione per interagire con il pubblico.
Puoi ad esempio:

  • lanciare un contest sul significato del logo (se ne ha), oppure sui tratti della personalità del brand, cosicché le persone si soffermino a studiare e osservare il tuo lavoro.
  • Fare storytelling, raccontando il processo (non le parti noiose), magari inserendo qualche racconto dalla tua vita personale (sul perché di certe scelte). Il dietro le quinte, se fatto bene, piace moltissimo alle persone.
  • Se ha senso, lasciare dei contenuti scaricabili sul tuo sito, con la nuova brand idenitity, per cominciare a farla conoscere alle persone e per distribuire dei contenuti che potrebbero essere condivisi.

Rebranding di successo

Il rebranding di Burberry

Uno degli esempi più interessanti di rebranding è quello di Burberry, la famosa casa di moda inglese che ha risolto un grande problema di immagine proprio grazie ad un’operazione di rebranding.

Il marchio di lusso inglese è diventato famoso dopo la prima guerra mondiale e la sua trama a scacchi è diventata iconica.

Negli anni ’90, tuttavia, una nuova tendenza ha rischiato di fare naufragare completamente il brand: i membri di un sotto-cultura, quella dei “chav” (che potremmo descrivere come persone di bassa istruzione, cattive maniere, ai margini della società, i “coatti”, in italiano, potrebbe essere una buona traduzione), si sono impossessati degli oggetti di Burberry, indossandoli come loro nuovo simbolo di appartenenza al gruppo. Questo ovviamente ha cominciato a rovinare la percezione di valore che le persone avevano di Burberry: la situazione è peggiorata talmente tanto che i grandi magazzini nel Regno Unito si rifiutavano di esporre il marchio.

Esempio di sottocultura "chav"

Fonte Medium

Hanno così deciso di lanciare una nuova brand identity, completamente fresca e rinvigorita, nuova ma in ogni il caso legata ai valori del brand di lusso e ad alcuni suoi segni distintivi, come la trama a scacchi.

Prima di tutto, hanno chiamato Kate Moss, la super-modella, come nuovo volto del brand.

Hanno poi aggiunto nuovi colori e un nuovo spirito al brand, ridisegnando completamente il sito e tutti i touchpoint dell’azienda.

La commistione tra una personalità più colorata, estrosa e creativa e un tratto più tradizionale di Burberry è stato un successo enorme e la casa è riuscita a posizionarsi per un pubblico di persone giovani e abbienti che hanno amato la sua creatività.

Il rebranding di Old Spice

Old Spice era un deodorante per uomini nella media, visto come obsoleto e privo di personalità. Le persone associavano Old Spice a qualcosa di vecchio, passato.

Il rebranding è stato una vera svolta a 180 gradi: l’azienda è riuscita a riposizionare Old Spice come prodotto giovanile, divertente e fresco.

Per farlo, hanno assoldato il giocatore dell’NFL Isaiah Mustafa, per dare un’idea di sensualità al deodorante. Il tono di voce però è cambiato, tralasciando la vecchia pubblicità del deodorante con le solite caratteristiche, e hanno riposizionato invece il deodorante come “il luogo per le vacanze dell’olfatto”, comunicando in modo fresco e leggero il brand. Il pubblico ha cambiato completamente l’idea che si era fatto di Old Spice.

Rebranding di Old Spice

In questo caso possiamo vedere come il messaggio sulla brand personality e il tono di voce siano essenziali per un corretto posizionamento di marketing di un brand che, col tempo, rischia di vedere eroso il proprio valore sul mercato.

Questo accade sia perché il brand potrebbe avere commesso errori di comunicazione sia perché, più spesso, cambiamenti nel mercato, nei gusti del pubblico, nel target stesso possono distruggere l’immagine del brand.

Questi esempi partono da una “crisi” sul mercato, che è una delle ragioni per cui un rebranding è necessario. Per i professionisti o le professioniste, e per le piccole imprese, tuttavia, questo potrebbe non essere visibile oppure non essere sempre il caso. In effetti, come abbiamo visto in questo articolo, il rebranding viene fatto quando non ci si sente più allineati con l’immagine del brand: la brand personality, il tono di voce, la sua immagine non sono più in sincronia.

Lanciare un progetto di rebranding, quindi può essere un gesto proattivo, per seguire l’evoluzione del brand.

Vuoi lanciare un progetto di rebranding con noi?

Content University è specializzata nella comunicazione del brand e ti può aiutare a fare emergere lo spirito del tuo brand in tutta la sua bellezza e potenza.

Chiamaci per iniziare un progetto di rebranding, un viaggio bellissimo e profondo nell’anima del tuo brand.

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